Qual fiamma avea nel guardo… Stridon lassù… — Pagliacci

Qual fiamma avea nel guardo.
Gli occhi abbassai per tema ch’ei leggesse
Il mio pensier segreto…

Opera: Pagliacci 
Musica e libretto: Ruggero Leoncavallo 

[Atto I , scena 2]
Nedda è preoccupata per le parole che ha sentito pronunciare da Canio; teme che lui possa leggerle in volto i suoi pensieri segreti, perciò ha cercato di tenere gli occhi bassi, per non farsi scoprire. Ma poi Nedda scaccia questi pensieri angosciosi; vede il sole di mezz’agosto, e il suo cuore si rasserena; si sente piena di vita e di desiderio. Poi vede gli uccelli nel cielo, che volano liberi; e si ricorda di quando sua mamma, che era una zingara, capiva il loro canto, e da bambina le spiegava di come essi vadano lontano, senza mai fermarsi, seguendo anche loro un sogno, senza lasciarsi intimorire da eventi avversi come il temporale o la tempesta; anche loro sono un po’ zingari, ed è inutile tentare di fermarli, devono sempre seguire quella forza misteriosa che li sospinge.
Anche Nedda sente il richiamo della libertà e vorrebbe volare libera come un uccello, andare lontano, realizzare i suoi sogni.

Questo nell’opera è il momento solistico della primadonna. Si compone di una scena e di una ballatella, un brano di carattere popolare che è molto presente nell’opera verista.
La scena si apre con il motivo della gelosia di Canio, espresso musicalmente dai violoncelli. Poi si sentono i violini, quanto Nedda accenna ad un pensier segreto (l’amore per Silvio).
Il riferimento al canto degli uccelli viene evocato con suoni onomatopeici, come il tremolio dei violini, l’ottavino, i flauti, l’arpeggio, ecc.
La sezione centrale, quando si fa riferimento a venti e tempeste, si fa più cupa, per poi stendersi nuovamente nel finale, come a seguire con lo sguardo pieno di desiderio il volo di quegli uccelli che si allontanano sempre più.

QUAL FIAMMA AVEA NEL GUARDO
Testo

Qual fiamma avea nel guardo.
Gli occhi abbassai per tema ch’ei leggesse
Il mio pensier segreto.
Oh! S’ei mi sorprendesse,
Brutale come egli è. Ma basti, orvia.
Son questi sogni paurosi e fole!
O che bel sole di mezz’agosto!
Io son piena di vita, e, tutta illanguidita
Per arcano desìo, non so che bramo!
(guardando in cielo)
Oh! Che volo d’augelli, e quante strida!
Che chiedon? Dove van? Chissà?
La mamma mia, che la buona ventura
Annunciava, comprendeva il lor canto
E a me bambina così cantava:
Hui! Stridono lassù, liberamente
Lanciati a vol come frecce, gli augel.  
Disfidano le nubi e il sol cocente,
E vanno, e vanno per le vie del ciel.
Lasciateli vagar per l’atmosfera
Questi assetati di azzurro e di splendor;
Seguono anch’essi un sogno, una chimera,
E vanno, e vanno fra le nubi d’or.
Che incalzi il vento e latri la tempesta,
Con l’ali aperte san tutto sfidar;
La pioggia, i lampi, nulla mai li arresta,
E vanno, e vanno sugli abissi e i mar.
Vanno laggiù verso un paese strano
Che sognan forse e che cercano invan.
Ma i boëmi del ciel seguon l’arcano
Poter che li sospinge, e van, e van!

QUAL FIAMMA AVEA NEL GUARDO
English Translation

What fire there was in his look!
I lowered my eyes for fear he should read
my secret thoughts.
Oh! if he caught me …
He’s so brutal … But enough: no more.
These are idle, fearful dreams!
O how glorious is the August sun!
I feel full of life, and, my senses glowing
with secret desire, I know not what I long for!
(gazing at the sky)
Oh what a flight of birds, and what a chatter!
Who knows what they seek and where they go?
My mother, who could tell fortunes,
understood their warbling,
and sang this song to me as a child:
Hey! The birds chirp up aloft,
freely launched in flight like arrows.
They defy the clouds and the burning sun
and onward they fly through the boundless sky.
Let them roam through the atmosphere,
ever eager for the glorious infinite blue:
They too follow a dream, a chimera,
as onward they fly through the gilded clouds.
Though the wind freshen and the tempest roar,
with pinions spread they brave all dangers;
rain or lightning, nothing defers them,
and onward they fly over abysses and oceans.
Onward they go to some strange land
which perhaps they dream and seek in vain.
But the gipsies of the sky follow the mysterious power which draws them onward, ever onward!

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