Petizione all’Unesco per il riconoscimento dell’opera lirica italiana come patrimonio dell’Umanità

AGGIORNAMENTO IMPORTANTE del  6/12/2023:

Il Comitato per il Patrimonio immateriale dell’Unesco ha proclamato la pratica del canto lirico italiano a elemento del patrimonio immateriale dell’umanità:

https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/teatro/2023/12/06/il-canto-lirico-italiano-e-patrimonio-dellumanita_15f28953-2ff9-4814-9099-91a12979eb74.html

Quindi,
Obiettivo RAGGIUNTO in pieno!


opera-lirica-italiana-patrimonio-umanità-petizione-unescoChe l’opera lirica italiana sia riconosciuta dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’Umanità: è questo ciò che chiede l’associazione Cantori Professionisti d’Italia. I teatri d’opera italiani iniziano a chiudere i battenti, ed è necessario “preservare un bene che è ambasciatore della cultura italiana all’estero, che ha svolto un ruolo fondante nella diffusione della lingua nella Penisola e che riteniamo patrimonio identitario della NazioneL’opera lirica non deve morire! È una parte fondamentale della storia del nostro paese e della nostra identità culturale, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Noi italiani dovremmo conoscere e amare di più l’opera, e andarne fieri. Non permettiamo che cali il sipario sullo spettacolo più bello del mondo. Dobbiamo difendere e salvaguardare il nostro bel canto.

L’appello di Dario Fo

Anche il premio nobel Dario Fo ha fatto un appello a sostegno della candidatura dell’opera lirica italiana come patrimonio dell’Umanità; è possibile ascoltarlo in questo video, di cui riporto la trascrizione integrale.

Dunque, Metastasio e Monteverdi furono sicuramente i primi o fra i primi autori di musica e di parole che realizzarono un’opera tragica e che poi diedero il via a delle altre altre forme collaterali di questa musica con parole. E poi, appresso, veramente con un successo straordinario, diventò l’opera lirica in generale, con i più grandi autori, tutti italiani all’inizio; a partire da Verdi, e poi arriviamo a Rossini con una musica in gran parte comica, grottesca. Il teatro buffo che si giova della musica per raccontare storie che provengono anche dalla letteratura. In Italia sono centinaia i gruppi, le orchestre, soprattutto i maestri che mettono in scena queste opere. Io ne ho realizzate parecchie, soprattutto quelle in chiave comica, grottesca (quelle cosiddette buffe), e ho avuto la possibilità di incontrare grandi maestri, e soprattutto una quantità enorme di cantori che cantavano naturalmente in italiano, ma anche in altre lingue, poi, più tardi; ma i più importanti cantavano in italiano, erano italiani, e c’erano anche gli stranieri  che imparavano l’italiano e a cantare in questo modo pur di arrivare, naturalmente, al successo.

Nel Settecento, per esempio, non si poteva pensare assolutamente che un’opera buffa o anche tragica fosse recitata in una lingua diversa dall’italiano. L’italiano, si diceva, è nato proprio per essere usato nella musica; la musica ha proprio bisogno della lingua italiana per potersi esprimere. Tant’è vero che grandi autori, fino quasi alla fine, hanno continuato (tedeschi, francesi, e via dicendo) a trattare dell’opera usando la lingua italiana, e i librettisti famosi erano quasi tutti italiani. Poi cominciarono a tradurre nella propria lingua di origine e nacque veramente una forma di rappresentazione internazionale completa.

La cosa strana, la cosa che è poco conosciuta è il fatto che la lingua, dentro l’andamento del canto, appunto, tanto quello tragico che quello buffo, ironico, si è trasformata, perfino: ad un certo punto il linguaggio, il modo, la concezione sono diventati tutt’uno con una trasformazione, un’evoluzione addirittura del parlato; per non parlare proprio anche delle rappresentazioni.

Un’altra cosa straordinaria è l’architettura; pochissimi sanno che l’architettura dell’Opera, cioè l’architettura dove si mettevano in scena opere buffe o opere tragiche, è del tutto italiana; è nata proprio in conseguenza della grande quantità di musici, cantori e via dicendo  che andavano sviluppando questo genere. In Italia sono centinaia, ripeto centinaia, le strutture nate per realizzare l’opera buffa e l’opera tragica; e all’estero tutte le volte che sono andato a mettere in scena, a realizzare delle opere, mi sono trovato con delle strutture realizzate da architetti italiani o che avevano subito una specie di proiezione del sapere, del conoscere, dello stile degli italiani.

Un altro elemento fondamentale legato alla lingua e soprattutto all’abilità e alla forma di espressione musicale è proprio quello dei cantori. All’inizio, io quando ho trovato le prime opere di Rossini, la forma era abbastanza semplice. Ma poi, quando Rossini ha trovato dei cantori sublimi, della gente che sapeva sviluppare tonalità, andamenti, giochi musicali straordinari, Rossini riscrisse degli andamenti, delle melodie, proprio perché suggeriti dalle abilità e dalle forma espressiva che sapevano dimostrare questi cantori e queste donne cantatrici.

Tutto questo ci porta ad un altro pensiero importante: l’italiano, la lingua italiana, la cultura italiana sarebbe la stessa se non avessimo avuto di sotto-base, di base fondamentale, un fenomeno così importante da ristrutturare  e cambiare il linguaggio, il modo di pensare, la forma, la gestualità e sopratutto un’architettura per il teatro, come è successo.

Quindi ci si sta chiedendo “Ma come mai un fenomeno di questo genere non ha avuto ancora un riconoscimento degno?” Un fenomeno unico al mondo, importante non soltanto nella nostra cultura, ma anche nella cultura degli altri paesi, perché anche loro hanno avuto una specie di rivoluzione dentro l’espressività della musica, del canto, e anche della rappresentazione.

E allora io chiedo all’Unesco: ma cosa aspettate a darci il premio e il riconoscimento che ci compete?

La procedura per il riconoscimento dell’Opera Lirica come patrimonio immateriale dell’Umanità è tutt’ora in corso; è un iter lungo e complesso, se ne sta tuttora occupando l’associazione https://www.cantoriproitalia.it/, al cui sito puoi trovare tutti gli ultimi aggiornamenti e tutti i passi che sono stati compiuti finora.

3 Risposte a “Petizione all’Unesco per il riconoscimento dell’opera lirica italiana come patrimonio dell’Umanità”

  1. la musica lirica non deve essere dimentica sia per la straordinaria immensita’ che intenerisce i cuori andare all’opera si prova tanta emozione che prende alla gola

  2. Io Stato toglie e toglierà sempre più il sostegno economico agli Enti musicali. Non può più passare sotto silenzio la coltre nera che soffoca il modo musicale italiano. Una politica preoccupata più alla sopravvivenza dell’oggi ed alla promozione del singolo individuo, ha trascurato ogni progettualità per il futuro e soprattutto il bene comune della collettività. Il governo deve mantenere i finanziamenti alla Lirica, perchè l’Opera è la prima tra le eccellenze Italiane..

  3. Arrivo a voi casualmente. Sono gli ultimi giorni dell’anno che se ne va, 28 dicembre 2023 ! M i sono collegato con un canale musicale RUSSO ! Qui trovo il Trionfo Assoluto del ” БЕЛЬКАНТО-ГАЛА ” ! E’ il nostro famoso belcanto che tanto piace ai russi e che qui ,in quest’italietta, superficiale e distratta, seguito e posto non ha. Forse dobbiamo imparare dai Russi ? La vostra iniziativa è cosa buona e giusta, e meritevole. Un saluto musicale rossiniano belliniano verdiano ! Salvatore

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